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Film

Il giorno della civettaIL GIORNO DELLA CIVETTA
di Damiano Damiani (Francia, Italia, 1967)
dal romanzo di Leonardo Sciascia
Drammatico, 112 min.
Con: Franco Nero, Claudia Cardinale
Sceneggiatura: Damiano Damiani, Ugo Pirro
Fotografia: Tonino Delli Colli
Montaggio: Nino Baragli
Musiche: Giovanni Fusco

Un modesto imprenditore edile, Colasberna, viene ucciso nei pressi di un casolare isolato, in cui vivono Rosa Nicolosi, il marito e la loro figlioletta. Parrinieddu, confidente dei carabinieri, fa intuire al capitano Bellodi, che conduce le indagini, che Rosa sa più di quanto dica. Con un trucco, riesce a strappare alla donna il nome di Zecchinetta, che è certo quello dell’assassino. Mentre promette a Rosa di far ricerche per ritrovarle il marito misteriosamente scomparso, Bellodi arresta Zecchinetta, gettando scompiglio tra i “maggiorenti” della mafia, i quali, capeggiati da Don Mariano Arena, imbastiscono una manovra per far credere che Colasberna sia stato ucciso per motivi d’onore dallo stesso marito di Rosa. In un successivo incontro, Parrinieddu confida a Bellodi che il fucile con cui Zecchinetta ha ucciso Colasberna si trova in casa di Don Mariano.
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HungerHUNGER
di Steve McQueen (Gran Bretagna, 2008)
Drammatico, 96 min.
Con: Michael Fassbender, Liam Cunningham
Sceneggiatura: Steve McQueen, Enda Walsh
Fotografia: Sean Bobbitt
Montaggio: Joe Walker

Il film racconta della rivolta attuata nel carcere nordirlandese di Maze all’alba degli anni Ottanta, quando i detenuti dell’IRA, per costringere il governo inglese a dargli lo status di prigionieri politici, diedero prima il via d uno sciopero dell’igiene e successivamente, per iniziativa di Bobby Sands, ad uno sciopero della fame che portò alla morte dello stesso Sands e di altri nove detenuti.
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Romanzo di una strageROMANZO DI UNA STRAGE
di Marco Tullio Giordana (Italia, 2012)
liberamente tratto da “Il Segreto di Piazza Fontana”
di Paolo Cucchiarelli (Ponte delle Grazie)
Drammatico, 130 min.
Con: Valerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Fabrizio Gifuni, Laura Chiatti, Luigi Lo Cascio
Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli, Marco Tullio Giordana
Montaggio: Francesca Calvelli
Musiche: Franco Piersanti

Dopo piazza Fontana l’Italia non sarebbe più stata quella di prima. Milano, 12 dicembre 1969. Alle 16h37 in piazza Fontana un’esplosione devasta la Banca Nazionale dell’Agricoltura, ancora piena di clienti. Muoiono diciassette persone e altre ottantotto rimangono gravemente ferite. Nello stesso momento, scoppiano a Roma altre tre bombe, un altro ordigno viene trovato inesploso a Milano. E’ evidente che si tratta di un piano eversivo. La Questura di Milano è convinta della pista anarchica, ci vorranno molti mesi prima che la verità venga a galla rivelando una cospirazione che lega ambienti neonazisti veneti a settori deviati dei servizi segreti. La strage di Piazza Fontana inaugura la lunga stagione di attentati e violenze degli anni di piombo.
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AcabACAB – ALL COPS ARE BASTARDS
di Stefano Sollima (Italia/Francia, 2012)
dal romanzo di Carlo Bonini (Einaudi)
Drammatico, 90 min.
Con: Pierfrancesco Favino, Filippo Nigro, Marco Giallini
Soggetto: Carlo Bonini
Sceneggiatura: Daniele Cesarano, Barbara Petronio, Leonardo Valenti
Montaggio: Patrizio Marone
Musiche: Mokadelic
Fotografia: Paolo Carnera

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Carlo Bonini (Einaudi), basato su una storia vera. “ACAB” è l’acronimo di “All cops are bastards” (“tutti i poliziotti sono bastardi”). Un motto che, partito dal movimento skinhead inglese degli anni Settanta, è diventato un richiamo universale alla guerriglia nelle città e nelle strade. Cobra (Piefrancesco Favino), Negro (Filippo Nigro) e Mazinga (Marco Giallini) sono tre “celerini bastardi”. “Celerini”, così si sentono, più che poliziotti. Sulla loro pelle hanno imparato ad essere bersaglio perché vivono immersi nella violenza. In una violenza che diventa lo specchio deformante di una società esasperata, di un mondo che ha perso le regole e che loro vogliono far rispettare anche con l’uso spregiudicato della forza. Nel momento più delicato, quando la vita privata arriva alla resa dei conti, incontrano “il futuro” in una giovane recluta, Adriano (Domenico Diele), appena aggregata al loro reparto. L’educazione di Adriano alla legalità, all’ordine, all’applicazione anche violenta della legge è la lente per raccontare il controverso “reparto mobile” con un inedito sguardo dall’interno, sullo sfondo dei più sconcertanti episodi di violenza urbana accaduti in Italia negli ultimi anni, dal G8 di Genova fino alla morte di Gabriele Sandri.
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Cesare deve morireCESARE DEVE MORIRE
di Paolo e Vittorio Taviani (Italia, 2012)
Sociale, 76 min.
Con: Cosimo Rega (Cassio), Salvatore Striano (Bruto), Giovanni Arcuri (Cesare)
Soggetto e sceneggiatura: Paolo Taviani, Vittorio Taviani
Musiche: Giuliano Taviani e Carmelo Travia
Montaggio: Roberto Perpignani
Fotografia: Simone Zampagni
Orso d’Oro per il miglior film al Festival di Berlino 2012

Una docufiction che segue i laboratori teatrali realizzati dentro il Carcere di Rebibbia dal regista Fabio Cavalli, autore di versioni di classici shakespeariani interpretate dai detenuti. Si seguono le loro prove e la messa in scena finale del “Giulio Cesare”, ma anche le vite dei detenuti nelle loro celle.
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Pugni chiusiPUGNI CHIUSI
di Fiorella Infascelli (Italia, 2011)
Documentario, 60
Soggetto e sceneggiatura: Fiorella Infascelli
Musiche: Umberto Smerilli
Montaggio: Maria Fantastica Valmori
Fotografia: Francesco Di Giacomo
Premio come Miglior documentario nella sezione Controcapo italiano alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia 2011

Febbraio 2009. Un gruppo di operai della Vinyls in cassa integrazione occupa il carcere dell’Asinara. Chiede la riapertura degli impianti per poter continuare a lavorare. All’inizio è una battaglia disperata. Poco alla volta, il mondo si accorge di quegli uomini sperduti su un’isola deserta, prigionieri in un carcere abbandonato: l’articolo di un giornale, un servizio televisivo, il loro blog che cresce. E poi Facebook, interviste, collegamenti, trasmissioni. Una battaglia sindacale tradizionale diventa visibile con strumenti di lotta non tradizionali. Ma cosa accade su quell’isola? Passano i mesi. Passa un anno. Gli impianti rimangono fermi. Sembra che non sia cambiato nulla. In realtà tutto è cambiato. Soprattutto, sono cambiati loro: quegli uomini non sono più solo operai che rivogliono il lavoro. Hanno vissuto insieme, hanno sofferto, hanno sperato, si sono divertiti insieme. La loro lotta è diventata una grande avventura umana. Li ha cambiati, arricchiti, stancati. Intorno a loro il paesaggio intenso e violento dell’isola, gli affetti, le speranze.
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RuggineRUGGINE
di Daniele Gaglianone (Italia, 2011)
dal romanzo di Stefano Massaron (Einaudi)
Drammatico, 109 min.
Con: Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea, Valeria Solarino
Soggetto: Stefano Massaron
Sceneggiatura: Daniele Gaglianone, Giaime Alonge, Alessandro Scippa
Musiche: Evandro Fornasier, Walter Magri, Massimo Miride, Le Luci Della Centrale Elettrica, Vasco Brondi
Montaggio: Enrico Giovannone

“Ruggine” racconta la difficile pre-adolescenza di una “banda” di ragazzini, immigrati meridionali nel desolato quartiere gli Alveari alla periferia di una grande città. Nella terra di nessuno, tra città e campagna, un grande deposito – immenso “mostro” di rugginosi rottami metallici – è il luogo del gioco e dell’avventura. D’improvviso un altro mostro irrompe, stavolta in carne ed ossa. Due bambine vengono violentate e uccise e d’un tratto tutto cambia: le scaramucce tra bande avverse, le esplorazioni, i primi timidi sentimenti, l’affannosa ricerca del proprio ruolo nel gruppo vengono cancellati dal pericolo, in quell’estate di paura che ciascuno porterà nella memoria come un insostenibile fardello. Trent’anni dopo Sandro, Carmine, Cinzia sono ancora marchiati da quell’esperienza incancellabile che ha traumaticamente segnato la fine dell’infanzia.
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Il paese delle spose infeliciIL PAESE DELLE SPOSE INFELICI
di Pippo Mezzapesa (Italia, 2011)
dal romanzo di Mario Desiati (Einaudi)
Drammatico, 82 min.
Con: Aylin Prandi, Rolando Ravello, Nicolas Orzella
Soggetto e sceneggiatura: Pippo Mezzapesa, Antonella Gaeta, Antonio Leotti
Musiche: Pasquale Catalano,
Montaggio: Giogio’ Franchini
Fotografia: Michele D’Attanasio

Veleno, quindici anni, pedala forsennato sulla sua bicicletta per star dietro ai suoi nuovi amici. Sono diversi da lui, sono figli della strada, la mordono impennando con i loro motorini e sfidandosi sul campo di calcio in terra battuta della loro squadra, la Cosmica.
Cimasa, Capodiferro e Natuccio hanno un capo indiscusso, Zazà, autentico talento del calcio. Il loro generale, l’allenatore Cenzoum, confida che presto o tardi un club importante si accorgerà di lui e lo porterà via dallo squallore della vita condivisa con suo fratello Graziano, un piccolo spacciatore che, approfittando della sua giovane età, spesso lo utilizza come corriere. Tutto quel che è intorno ai ragazzi, in un piccolo paese del Sud non promette niente di buono. Ci sono gli sbuffi della fabbrica, l’inquinamento, la droga, e su tutto il tuonare delle invettive demagogiche di Vito Cicerone, politico locale in ascesa.  Veleno e Zazà diventano presto amici, la loro diversità li completa in un momento della vita che è passaggio. Veleno ora è il nuovo portiere della Cosmica, Zazà il bomber che si prepara a un provino ormai imminente con un osservatore delle squadre importanti, come gli annuncia felice l’allenatore Cenzoum.  Ma ai loro giorni comincia a dare una forma inattesa una strana madonna randagia, la bellissima Annalisa, giovane donna che entra nelle loro vite volando, un giorno che dall’alto della chiesa prova a farla finita. Sembra vestita da sposa. Ma chi è la misteriosa Annalisa?